Mese di Eleasias (Solealto)
10 Eleasias 13XX
Ieri sera, in
seguito alla nostra azione, la sorveglianza nell'area è raddoppiata.
Otto guardie armate di alabarda girano ora per il villaggio, ma non
paiono cercare al di qua del ponticello. Sicuramente avranno trovato i
corpi degli zombi che abbiamo ucciso e l'unica fortuna che abbiamo è che
sulle loro carni putrefatte sarà difficile distinguere i segni lasciati
dalle armi da taglio.
Abbiamo costruito un rozzo riparo per la notte, tendendo un telo a poche
spanne dal terreno e ricoprendolo di erba recuperata in giro, consumando
qualche razione fredda e osservando il movimento delle guardie, tuttavia
agire con la stanchezza che abbiamo in corpo è rischioso. In più, volevo
avere il tempo di ripassare per bene quelle quattro o cinque formule
magiche che ancora ricordo... sono stato uno stupido piuttosto a non
portare con me i materiali necessari a lanciare i migliori incanti del
mio repertorio.
Anche Alexander, il druido, ha passato del tempo in contemplazione della
natura per chiedere agli spiriti di concedergli poteri utili per quello
che avevamo pianificato per oggi. Tuttavia quelle piccole bacche che era
riuscito a scovare mi sembravano tutt'altro che nutrienti finché non le
ho mangiate, e devo ammettere che la loro magia sazia quanto un pasto
intero.
Già ieri sera
aveva iniziato a spirare un vento da valle, oggi solo abbiamo potuto
constatare quanto fosse foriero di nuvole e di pioggia. Il vento soffia
ancora rapido, ad una velocità che potrei stimare attorno ai 60
chilometri all'ora, da stamattina la quantità di acqua che scende dal
cielo è andata sempre aumentando. Già alle 9 la visibilità era
scarsissima. Io ed Arthas abbiamo convenuto che con questo tempo le
poche pattuglie abbastanza coraggiose da girare per il campo avrebbero
avuto ben poche opportunità di notarci. Procedendo in fila per uno in
modo da dare meno nell'occhio a chi ci vedesse da di fronte, ci siamo
diretti rapidamente oltre il ponte prima che il torrente potesse
ingrossare tanto da distruggerlo. Abbiamo preferito lasciare il cavallo
ben legato oltre il fiume, ora che piove così tanto mi chiedo se non sia
stata una pessima scelta, poiché credo ci ritroveremo con un cavallo e
tre armature in meno.
Oltre il ponte, anziché passare tra i due edifici ancora in piedi, ci
siamo fatti scudo dal vento aggirandoli verso nord, ed è stata una
fortuna dato che abbiamo potuto distintamente sentire la voce di un uomo
imprecare contro Talos mentre si dirigeva verso la casa illuminata. Ci
eravamo preparati attorno alla porta, pronti ad entrare nel minor tempo
possibile, quando lo stesso uomo s'è aperto la porta alle spalle per
trascinar fuori una cordata di sette contadini incatenati.
Il mezz'orco è stato svelto, con un singolo colpo, a fracassargli una
spalla squarciandogli il petto. Non deve aver sofferto molto. Tutti gli
altri sono entrati per occuparsi delle altre guardie, mentre io ho
raggiunto lo stipite della porta e mi sono accquattato all'esterno, la
kama piantata in terra a portata di mano, a tirare con l'arco. Abbiamo
avuto un po' di problemi a far capire al lupo chi doveva attaccare, ma
alla fine i miei compagni sono riusciti a sbarazzarsi facilmente degli
schiavisti; tanto che quando ne era rimasto in piedi solo uno mi sono
concesso il lusso di alzarmi ad imprecare contro la mia pessima mira
prima di recuperare l'arma ed entrare trascinandomi dietro il cadavere
del primo schiavista. Il suo sangue all'esterno, che avrebbe potuto
tradirci, era già stato lavato via dalla violenza della pioggia.
Gli schiavi
all'interno sembravano confusi ma piuttosto riconoscenti. Non hanno dato
molto peso al fatto che il lupo ne abbia buttato in terra uno e che una
fiondata mal assestata di Alexander ne abbia quasi accecato un altro,
soprattutto dopo che Arthas li ha rassicurati e che ho aperto le loro
catene con l'aiuto di un gancio di mestolo che ho trovato appeso al
camino. Il mezzorco s'è impadronito di una bottiglia di birra che ha
trovato sul tavolo e mi ha aiutato a rovesciare il tavolo di fronte alla
porta. Il tavolo è tondo ma ha quattro gambe, quindi ce la si è fatta
senza problemi, e dalle altre due gambe abbiamo pure ricavato un paio di
randelli per armare gli schiavi. Stavamo per finire di approntare queste
difese, attendendo che venissero a cercare gli schiavi che tardavano,
quando un'altra cordata di sette villaggeri s'è presentata alle porte
dell'edificio. Nonostante la fitta pioggia li abbiam sentiti per tempo,
dando modo al mezz'orco e ad Arthas di appostarsi con le balestre
cariche e le armi da mischia a portata di mano e già fuori dai foderi.
Una scarica di quadrelli ha fatto fuori il primo che ha aperto la porta,
provocando l'immediata reazione del tipo più robusto che stava in fondo
alla fila, che ha spinto in avanti i sette incatenati, ostruendo
parzialmente l'ingresso. Il mezz'orco s'è lanciato fuori verso quell'uomo
mentre io mi son fatto aprire la finestra da Alexander e con un banale
incantesimo ho colpito in volto un altro schiavista con una biglia di
forza. Ho visto alcuni incantatori al mio paese lanciare molte di queste
sfere d'energia in un sol colpo e credo fermamente che sia un incanto
abbastanza pericoloso nonostante la sua semplicità. L'uomo dev'essersela
presa con noi perché ha tentato di raggiungerci all'interno ma un nuovo
dardo magico e la fiamma che Alexander ha fatto scaturire dalla propria
mano sono stati sufficienti a fermarlo, permettendo ad Arthas di andarsi
ad occupare degli altri all'esterno piuttosto che di pensare a noi.
Finalmente, inizio ad apprezzare le doti nascoste del druido, che è
oltretutto un buon osservatore. Non fosse stato per lui difficilmente
avremmo notato l'uomo che tentava di svicolare oltre l'angolo
dell'edificio per tornare all'accampamento a dare l'allarme. È stato
svelto ad avvertire il mezz'orco che corre certamente molto più veloce
di un misero schiavista umano, tuttavia aprire una finestra che desse in
quella direzione significava avere una sicurezza in più di farlo fuori
prima che accadesse il peggio.
Il mezz'orco è stato talmente stupido da lanciarsi contro il fuggitivo
senza curarsi del suo avversario che così ha avuto ben due occasioni di
colpirlo, tuttavia è ben corazzato e non si lascerà certo fermare da un
paio di spadate ben assestate. Arthas si è occupato del vecchio
avversario del mezz'orco, aiutato dal lupo e da Alexander, che gli ha
lanciato contro il fuoco magico aiutando a metterlo fuori combattimento.
Prima che finissi di aprire la finestra il fuggiasco era già in terra in
una pozza di sangue. Sebbene gravemente ferito, siamo riusciti a
catturare vivo l'ultimo degli schiavisti, cui Arthas ha assestato un
violento colpo in faccia con l'elsa della spada. Ora giace incatenato
mani e piedi in un angolo della stanza.
Abbiamo
perlustrato i cadaveri e l'uomo svenuto, trovando le seguenti cose:
-nove pugnali, che abbiamo distribuito agli ex-schiavi.
-nove spade lunghe, anche queste distribuite agli abitanti del
villaggio. Ne sono avanzate parecchie ed una è finita in mano mia.
Finalmente un'arma di grandezza decente e con la quale ho avuto la
fortuna di allenarmi parecchio da giovane.
-nove armature di cuoio borchiato. Qualche contadino ha provato
ad indossarle, ma non ci sono abituati e si trovano impacciati nei
movimenti. Se la caveranno meglio senza. Le abbiamo ammucchiate in un
angolo.
-una chiave. Era sul primo uomo di cui ci siamo sbarazzati. Ho
lavorato su sette lucchetti per nulla, la cosa mi serva da lezione.
Liberare i nuovi sette prigionieri mi ha richiesto molto meno tempo.
-tre monete di rame.
Se questi soldati sono pagati
come gli altri, finché stanno al villaggio probabilmente tengono i loro
averi all'accampamento. Oppure può darsi che gli altri tre avessero
appresso del denaro in caso fosse loro servito per comperare qualcosa.
Abbiamo parlato con gli schiavi
e ci hanno rivelato che ci sono ancora tre prigionieri, tenuti presso
l'accampamento per evitare ribellioni. Ho chiesto loro quante persone ci
sono ancora all'accampamento e mi han detto che in origine il numero
degli schiavisti era sulla quarantina. Sebbene siamo riusciti a
cavarcela con pochi graffi, ora il tempo inizia a giocare contro di noi.
Non avrò tempo di preparare nuovi incantesimi poiché abbiamo deciso di
approfittare nuovamente del maltempo he finora ha coperto le nostre
incursioni e soffocato i suoni delle battaglie, resta da vedere se
punteremo dritti all'accampamento o se vorremo prima occuparci delle
pattuglie che ci circondano. Ci sono ancora molti nemici e se non vedono
tornare i loro compagni potrebbero mangiare la foglia fin d'ora.
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