Diario d'avventura
sessione del 21/6/07

 

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Mese di Eleasias (Solealto)

10 Eleasias 13XX

Ieri sera, in seguito alla nostra azione, la sorveglianza nell'area è raddoppiata. Otto guardie armate di alabarda girano ora per il villaggio, ma non paiono cercare al di qua del ponticello. Sicuramente avranno trovato i corpi degli zombi che abbiamo ucciso e l'unica fortuna che abbiamo è che sulle loro carni putrefatte sarà difficile distinguere i segni lasciati dalle armi da taglio.
Abbiamo costruito un rozzo riparo per la notte, tendendo un telo a poche spanne dal terreno e ricoprendolo di erba recuperata in giro, consumando qualche razione fredda e osservando il movimento delle guardie, tuttavia agire con la stanchezza che abbiamo in corpo è rischioso. In più, volevo avere il tempo di ripassare per bene quelle quattro o cinque formule magiche che ancora ricordo... sono stato uno stupido piuttosto a non portare con me i materiali necessari a lanciare i migliori incanti del mio repertorio.
Anche Alexander, il druido, ha passato del tempo in contemplazione della natura per chiedere agli spiriti di concedergli poteri utili per quello che avevamo pianificato per oggi. Tuttavia quelle piccole bacche che era riuscito a scovare mi sembravano tutt'altro che nutrienti finché non le ho mangiate, e devo ammettere che la loro magia sazia quanto un pasto intero.

Già ieri sera aveva iniziato a spirare un vento da valle, oggi solo abbiamo potuto constatare quanto fosse foriero di nuvole e di pioggia. Il vento soffia ancora rapido, ad una velocità che potrei stimare attorno ai 60 chilometri all'ora, da stamattina la quantità di acqua che scende dal cielo è andata sempre aumentando. Già alle 9 la visibilità era scarsissima. Io ed Arthas abbiamo convenuto che con questo tempo le poche pattuglie abbastanza coraggiose da girare per il campo avrebbero avuto ben poche opportunità di notarci. Procedendo in fila per uno in modo da dare meno nell'occhio a chi ci vedesse da di fronte, ci siamo diretti rapidamente oltre il ponte prima che il torrente potesse ingrossare tanto da distruggerlo. Abbiamo preferito lasciare il cavallo ben legato oltre il fiume, ora che piove così tanto mi chiedo se non sia stata una pessima scelta, poiché credo ci ritroveremo con un cavallo e tre armature in meno.
Oltre il ponte, anziché passare tra i due edifici ancora in piedi, ci siamo fatti scudo dal vento aggirandoli verso nord, ed è stata una fortuna dato che abbiamo potuto distintamente sentire la voce di un uomo imprecare contro Talos mentre si dirigeva verso la casa illuminata. Ci eravamo preparati attorno alla porta, pronti ad entrare nel minor tempo possibile, quando lo stesso uomo s'è aperto la porta alle spalle per trascinar fuori una cordata di sette contadini incatenati.
Il mezz'orco è stato svelto, con un singolo colpo, a fracassargli una spalla squarciandogli il petto. Non deve aver sofferto molto. Tutti gli altri sono entrati per occuparsi delle altre guardie, mentre io ho raggiunto lo stipite della porta e mi sono accquattato all'esterno, la kama piantata in terra a portata di mano, a tirare con l'arco. Abbiamo avuto un po' di problemi a far capire al lupo chi doveva attaccare, ma alla fine i miei compagni sono riusciti a sbarazzarsi facilmente degli schiavisti; tanto che quando ne era rimasto in piedi solo uno mi sono concesso il lusso di alzarmi ad imprecare contro la mia pessima mira prima di recuperare l'arma ed entrare trascinandomi dietro il cadavere del primo schiavista. Il suo sangue all'esterno, che avrebbe potuto tradirci, era già stato lavato via dalla violenza della pioggia.

Gli schiavi all'interno sembravano confusi ma piuttosto riconoscenti. Non hanno dato molto peso al fatto che il lupo ne abbia buttato in terra uno e che una fiondata mal assestata di Alexander ne abbia quasi accecato un altro, soprattutto dopo che Arthas li ha rassicurati e che ho aperto le loro catene con l'aiuto di un gancio di mestolo che ho trovato appeso al camino. Il mezzorco s'è impadronito di una bottiglia di birra che ha trovato sul tavolo e mi ha aiutato a rovesciare il tavolo di fronte alla porta. Il tavolo è tondo ma ha quattro gambe, quindi ce la si è fatta senza problemi, e dalle altre due gambe abbiamo pure ricavato un paio di randelli per armare gli schiavi. Stavamo per finire di approntare queste difese, attendendo che venissero a cercare gli schiavi che tardavano, quando un'altra cordata di sette villaggeri s'è presentata alle porte dell'edificio. Nonostante la fitta pioggia li abbiam sentiti per tempo, dando modo al mezz'orco e ad Arthas di appostarsi con le balestre cariche e le armi da mischia a portata di mano e già fuori dai foderi.
Una scarica di quadrelli ha fatto fuori il primo che ha aperto la porta, provocando l'immediata reazione del tipo più robusto che stava in fondo alla fila, che ha spinto in avanti i sette incatenati, ostruendo parzialmente l'ingresso. Il mezz'orco s'è lanciato fuori verso quell'uomo mentre io mi son fatto aprire la finestra da Alexander e con un banale incantesimo ho colpito in volto un altro schiavista con una biglia di forza. Ho visto alcuni incantatori al mio paese lanciare molte di queste sfere d'energia in un sol colpo e credo fermamente che sia un incanto abbastanza pericoloso nonostante la sua semplicità. L'uomo dev'essersela presa con noi perché ha tentato di raggiungerci all'interno ma un nuovo dardo magico e la fiamma che Alexander ha fatto scaturire dalla propria mano sono stati sufficienti a fermarlo, permettendo ad Arthas di andarsi ad occupare degli altri all'esterno piuttosto che di pensare a noi.
Finalmente, inizio ad apprezzare le doti nascoste del druido, che è oltretutto un buon osservatore. Non fosse stato per lui difficilmente avremmo notato l'uomo che tentava di svicolare oltre l'angolo dell'edificio per tornare all'accampamento a dare l'allarme. È stato svelto ad avvertire il mezz'orco che corre certamente molto più veloce di un misero schiavista umano, tuttavia aprire una finestra che desse in quella direzione significava avere una sicurezza in più di farlo fuori prima che accadesse il peggio.
Il mezz'orco è stato talmente stupido da lanciarsi contro il fuggitivo senza curarsi del suo avversario che così ha avuto ben due occasioni di colpirlo, tuttavia è ben corazzato e non si lascerà certo fermare da un paio di spadate ben assestate. Arthas si è occupato del vecchio avversario del mezz'orco, aiutato dal lupo e da Alexander, che gli ha lanciato contro il fuoco magico aiutando a metterlo fuori combattimento. Prima che finissi di aprire la finestra il fuggiasco era già in terra in una pozza di sangue. Sebbene gravemente ferito, siamo riusciti a catturare vivo l'ultimo degli schiavisti, cui Arthas ha assestato un violento colpo in faccia con l'elsa della spada. Ora giace incatenato mani e piedi in un angolo della stanza.

Abbiamo perlustrato i cadaveri e l'uomo svenuto, trovando le seguenti cose:
-nove pugnali, che abbiamo distribuito agli ex-schiavi.
-nove spade lunghe, anche queste distribuite agli abitanti del villaggio. Ne sono avanzate parecchie ed una è finita in mano mia. Finalmente un'arma di grandezza decente e con la quale ho avuto la fortuna di allenarmi parecchio da giovane.
-nove armature di cuoio borchiato. Qualche contadino ha provato ad indossarle, ma non ci sono abituati e si trovano impacciati nei movimenti. Se la caveranno meglio senza. Le abbiamo ammucchiate in un angolo.
-una chiave. Era sul primo uomo di cui ci siamo sbarazzati. Ho lavorato su sette lucchetti per nulla, la cosa mi serva da lezione. Liberare i nuovi sette prigionieri mi ha richiesto molto meno tempo.
-tre monete di rame.
Se questi soldati sono pagati come gli altri, finché stanno al villaggio probabilmente tengono i loro averi all'accampamento. Oppure può darsi che gli altri tre avessero appresso del denaro in caso fosse loro servito per comperare qualcosa.

Abbiamo parlato con gli schiavi e ci hanno rivelato che ci sono ancora tre prigionieri, tenuti presso l'accampamento per evitare ribellioni. Ho chiesto loro quante persone ci sono ancora all'accampamento e mi han detto che in origine il numero degli schiavisti era sulla quarantina. Sebbene siamo riusciti a cavarcela con pochi graffi, ora il tempo inizia a giocare contro di noi. Non avrò tempo di preparare nuovi incantesimi poiché abbiamo deciso di approfittare nuovamente del maltempo he finora ha coperto le nostre incursioni e soffocato i suoni delle battaglie, resta da vedere se punteremo dritti all'accampamento o se vorremo prima occuparci delle pattuglie che ci circondano. Ci sono ancora molti nemici e se non vedono tornare i loro compagni potrebbero mangiare la foglia fin d'ora.

 

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