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Continua qui il resoconto della drammatica spedizione al maniero, di cui nulla è noto al nostro fittizio cronista... Il drago, si diceva, è salito a mezz'aria per sottrarsi ai colpi degli avventurieri. Questi, non potendolo più raggiungere, si occupano quindi degli affari più disparati. Arthas molla il suo equipaggiamento da oplita e trascina l'hin all'interno, mentre Valar si dirige verso le macerie ad ovest in cerca di riparo. Il mezz'orco Krushak (finalmente so il nome!) tenta la stessa azione ma incappa in Alexander, che è alle sue spalle. I due litigano per qualche istante ed alla fine il druido manda il mezz'orco a recuperare l'hin, di nuovo impossibilitato a vedere che ci stava già pensando il paladino-guerriero. Alexander ed Arthas si accorgono del debole rumore di scariche elettriche prodotto dal drago, e lo usano per tracciarne, quando riescono a distinguerlo dagli altri rumori, la posizione... seppure molto vagamente. Valar raggiunge le macerie come si era ripromesso, da qui segue il muro fino a tornare nei pressi della torre, da dove era partito. Non fa in tempo a dire, in draconico, "Tua madre era talmente taccagna che l'hanno pagata per metterti al mondo" che il drago, da un metro di distanza, gli risonde "ah sì?" e, accontentatosi per ora di colpirlo un paio di volte, torna ad occuparsi degli altri. Krushak ha intanto pensato bene di afferrare Alexander "alla donna rapita" (gestura meglio nota come "alla sacco di patate") e di fiondarsi all'interno, richiamato dai comandi di Arthas. Nella confusione non si accorge in tempo degli scalini da cui era appena sceso, rovinando su di essi proprio poco prima che il drago soffi nuovamente su di loro. Mentre il drago perde un round su due a mantenere la cortina fumogena innalzata, i nostri entrano ed esplorano la stanza. Alexander visita il corridoio di destra notando una possibile, luminosa uscita, ma torna indietro ad assistere i suoi compagni. Arthas e Krushak sono appostati ai lati della porta, mentre Valar entra urlando a squarciagola "no sono il drago, non sono il drago". Era tentato di farlo in draconico (lingua peraltro incomprensibile agli altri), il che mi ricorda l'aneddoto del rakshasa... Dunque, la storia è una di quelle che girano per i forum, nei thread del genere "raccontatemi la cosa più buffa che vi è successa giocando a D&D". Dunque... gli avventurieri sono appena giunti in un villaggio, e poiché c'è in giro un rakshasa, gli abitanti pretendono di ferire i polsi agli avventurieri per verificare che non rigenerino. "E perché?", chiede sospettoso l'hin. "Perchè il demone-tigre è in grado di cambiare forma. Cosa ci garantisce ce non sia tu?". E l'halfling: "Beh, ma anch'io posso cambiare forma". E, con il cappello del camuffamento, si trasforma in un rakshasa, prendendo susseguentemente un sacco di botte. Si diceva, Valar corre dentro e si organizzano le difese... quando si sente un tonfo sul soffitto della stanza. In poco tempo, il giovane drago scoperchia parte del soffitto della sua tana, con Krushak che pretende di prenderlo in giro per questo. I personaggi si disperdono eccetto Alexander e Valar, che vorrebbero uscire nuovamente nel cortile. Nel polverone che in breve si solleva, Arthas si lancia contro il drago passandogli sotto e beccandosi diversi attacchi d'opportunità, con il drago che si diverte prima a soffiare sugli uscenti e poi a giocare a rimpiattino preparandosi a spostarsi non appena Arthas o Krushak si avvicinano, e finendoli in diversi colpi. Mese di Eleasias (Solealto) 15 Eleasias 13XX
Il pomeriggio è
cupo e temo che presto comincierà a piovere. L'oste, che se ne intende,
dice che di questa stagione sono frequenti i temporali... infatti dalla
finestra posso vedere i primi fulmini scendere. Spero che Arthas e gli
altri abbiano trovato rifugio, magari proprio dentro il maniero di cui
si parlava. Mi dispiacerebbe dovermi sorbire le loro lagne per i vestiti
bagnati, in effetti. La giornata sembra stia trascorrendo tranquilla a parte la pioggia che ci costringe all'interno, sicché ho conversato parecchio con i quattro. Sembrano intenzionati a partire per il maniero appena smetterà di piovere, se non sarà troppo scuro, e si son fatti spiegare la sua posizione dalla figlia dell'oste. Purtroppo, Ostler è convinto che pioverà fino a sera, quindi non ci vedo molte speranze. 16 Eleasias 13XX
La pioggia, ieri,
è finita verso le ore sei, stando alla meridiana del tempio di Lathander.
Stamattina il cielo però è tutto fuorché sereno. Tuttavia, la mancanza
di fulmini, tuoni, lampi e saette è stata sufficiente per convincere
quei quattro a partire. L'uomo in armatura scura, di cui non ho
afferrato il nome, ha tentato di dissuaderli dal recarsi al maniero.
Dice di esserci stato sette giorni fa e di averlo trovato desolatamente
vuoto. Inizio a chiedermi, se questo corrisponde a verità, cosa
decideranno di fare Alexander, Arthas, il mezz'orco ed i loro nuovi
compagni. Qest'uomo afferma di averli incrociati durante il cammino e di
aver parlato loro consigliandogli di andare, piuttosto, al Tempio; cosa
che egli è convinto faranno dopo aver gironzolato un po' per le stanze
spoglie del maniero. I personaggi sono dunque partiti verso le 9, ma chissà se riusciranno ad uscirne vivi... Intanto, le loro avventure sono narrate in forma diretta, poi mi riservo di far trascrivere tutto a diario dopo il loro ritorno a Whiteford.
Tralascio la descrizione del massacro operato dal gruppo su una
pattuglia di hobgoblin incontrati per la via. Hanno passato dietro ai
cespugli il tempo necessario per scagliare dei giavellotti contro
l'arciere, colpendolo un paio di volte, e poi sono morti in fretta. |