Diario d'avventura
sessione del 18/10/07

 

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Mese di Eleasias (Solealto)

14 Eleasias 13XX

Avevo da poco dismesso la mia attività di cronista di questo nostro piccolo e neoformato gruppo d'avventura, che alla locanda si sono presentati altri due individui in cerca d'avventure. Non ho avuto molto modo di conoscerli poiché sono stanco, probabilmente i postumi del lungo viaggio intrapreso, ed ho preferito rimanere nella mia stanza, ma di costoro mi hanno raccontato i miei compagni al loro ritorno quassù.
Si tratta di un arcanista meticcio, precisamente un mezz'elfo mago, e di un halfling (o hin come si preferiscono far chiamare) dai chiari tratti degli abitanti di Lurien, la loro terra natìa. Sono in cerca di un po' di movimento, che ad Archenbridge non hanno trovato, quindi si stavano muovendo verso sud. Il movimento a sud, come ben sappiamo io ed i miei coinquilini, è decisamente scemato circa tre giorni fa, e non v'è molto altro da fare se non andare, domattina, a visitare questo tempio controllato dagli hobgoblin, con la speranza di toglierne qualcuno dalle spese. I due paiono entusiasti all'idea e dato che Arthas non ha percepito malvagità nei loro cuori, ha acconsentito acché vengano con noi.

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Stamattina mi sento decisamente peggio di come m'ero prospettato. Sono perfettamente lucido e sano se parliamo di malattie, ma le gambe mi dolorano molto e non so se sarò in grado di accompagnare i miei compagni nel luogo deciso... in ogni caso, Arthas ha intenzione di recarsi a parlare nuovamente con il Tormita che ha visto da Terrigan, cercando di convincerlo a seguirli verso il tempio. Ma eccoli che ritornano...

A quanto pare, il fedele di Torm era talmente ubriaco, ieri sera, che l'hanno chiuso nella taverna riverso su di un tavolo, ed egli è ancora lì disteso, ben visibile dalla finestra. Dormire in armatura non deve giovargli particolarmente, ma non credo glie ne importi qualcosa, nelle condizioni in cui versa.
Arthas e gli altri hanno deciso, in mancanza di questi, di andare a fare una visita al maniero abbandonato. Mi pare cosa buona, finché non sarò in condizioni di tornare all'avventura, di tener traccia, ogni volta che  mi faranno visita, dei loro spostamenti, che allo stato attuale sono senz'altro più interessanti dei miei.
Il sonatore di zufolo è venuto ed ha detto che la somma da ripagargli per lo strumento rotto è di 20 monete d'oro, avendolo fatto valutare da uno dei mercanti della città. Ho pagato la somma di tasca mia, per essere sicuri che egli non abbia ad aspettarla per i giorni a venire.


Quello che segue non è mai giunto alle orecchie di Aendirìl, ma permetterà al lettore di farsi quattro risate in compagnia mia e dei miei giocatori...

Dopo essersi fatti indicare la strada da una delle guardie cittadine, i quattro personaggi partono infine alla volta del maniero abbandonato. Procedendo a cavallo (Arthas a cavllo del cavallo e l'hin a cavallo del mezz'orco) camminano per un paio d'ore tra brulle brughiere riarse dal sole e macchie di alberi isolate. Giunti nei pressi di un bivio, in mezzo al sentiero avvistano un vecchio mezz'elfo, la pelle bruciata dal sole e la schiena curvata dagli anni. Una capigliatura alla Albert Einstein ed un rozzo vestito di brani di pelliccia corredato di una borsa a tracolla ne completano l'immagine.
Arthas si avvicina e gli chiede di indicargli la via per il maniero, e se possibile di accompagnarli fin là, ma questi, reggendo in mano un mucchio di topi morti che ha afferrato per la coda, esclama: "Ah, no! C'è un drago lì, non mi ci voglio manco avvicinare!". Neppure il (poco) flemmatico paladino può lasciarsi sfuggire un sorrisetto... il giocatore commenta: "Séi, va£à, un drago..." (trad.: "Sì, valà, un drago..."), con grandi risate di tutti i giocatori, parte dei quali portano l'indice alla tempia facendolo eloquentemente roteare.
Nonostante tutto, la conversazione con Delian, o il vecchio Del come lascia intendere lo chiamino di solito, prosegue ed i personaggi scoprono come delle altre persone "dei sant'uomini, forse dei pellegrini in cerca di riparo" vi si siano avvicinati diversi giorni prima, assieme a delle non meglio specificate "strane compagnie".

I nostri salutano educatamente il cacciatore ricompensandolo con una moneta di rame (che prontamente gli viene sottratta dall'halfling) e proseguono il viaggio, giungendo verso mezzogiorno al maniero. Dopo un veloce pasto svoltosi fra gli alberi al limitare del bosco, l'hin si inoltra tra le sterpaglie in mezzo al terreno paludoso che circonda il maniero. Un'immagine sarà più esplicativa di qualsivoglia descrizione.

L'hin viene dotato di balestra, che per lui è arma grande, ed è inviato in esplorazione. Si avvicina al lato di destra del ponte levatoio,  notando una forma tondeggiante e verde in una pozza che costeggia il fossato. Insospettito, dopo aver sbirciato all'interno della porta si volta verso la strana forma e scocca un quadrello, colpendo un rospo delle dimensioni d'un pony. Mentre, udito un sordo gracidio di dolore, si nasconde nuovamente e batte in ritirata tra le erbe palustri, il mago nota la bestia spiccare un salto verso il ponte e poi tuffarsi nel fossato sparendo alla loro vista.
Tutti però si sono mossi dal bosco uscendo in campo aperto, e dato che non accade nulla si fidano a restar lì. L'halfling torna a riferire quello che havisto, i quattro confabulano un po' e poi sempre l'hin torna ad osservare la zona, stavolta arrampicandosi agilmente sulla torre. Il posto sembra tranquillo, non fosse per una macchia marrone nel centro del cortile che prosegue sotto forma di scia verso l'ingresso del corpo centrale. Ora che tutti hanno una buona idea della struttura del posto, decidono di entrarvi, ma con prudenza.

Il primo ad azzardarsi ad entrare è stato l'hin, che ha attraversato di corsa lo spiazzo andando ad appiattirsi contro il muro opposto, a metà tra due delle feritoie sul muro che circondano il cortile. Non fa però in tempo ad arrivarci che un lampo d'energia folgorante esce dalla porta passando rasente al muro, costingendolo ad un tuffo acrobatico. L'hin è senza un graffio, ed inizia ad urlare: "Al drago, al drago" a squarciagola. Uno alla volta, entrano anche gli altri. Il mezz'orco raggiunge l'hin e cerca di fargli scaletta fin sopra le macerie, ma l'halfling è sfortunato e fallisce l'appiglio.
Il mago ed il druido si sono messi al riparo dietro la pesante porta del maniero, mentre Arthas è entrato seguito dal lupo e si è piazzato in centro al cortile. In risposta, il drago si limita ad uscire ed a sollevarsi in volo, innalzando una fitta coltre di polvere che impedisce la visibilità a chiunque nell'area.
L'hin cambia idea sul da farsi e sprona il mezz'orco a tentare di entrare nella prima stanza del maniero, ma i due impattano nel drago che li attende fluttuando sopra la soglia. L'halfling riesce, con un'acrobazia, a volteggiare oltre il corpo del drago e ad arrivargli alle spalle, mentre gli altri si avvicinano. Con uno scroscio d'acqua, Alexander riesce a far calare parte della polvere innalzata dal drago, appesantendola, e per un po' la visibilità in quella zona torna normale. Aiutandosi con l'udito, tutti i personaggi son riusciti a raggiungere la zona sgombra da detriti, che lentamente si andava riempiendo di nuovo di polvere proveniente dalle zone vicine.
Arthas, armato per l'occasione di lancia (tenuta con Presa della Scimmia... un vero Spartano... A-hu!) si è messo alla giusta distanza dal drago, mentre Birillo (ma guarda te se un lupo può chiamarsi Birillo... Beh sempre meglio del nostro mago mezz'elfo, Valar Fogliadiculo) ha attaccato la bestiaccia... un esemplare di drago blu delle dimensioni di un simpatico terranova. Le somiglianze col simpatico cagnone, ovviamente, terminano qui.
Valar si accorge di non aver ancora lanciato Armatura Magica e lo fa, il drago si accorge invece che c'è un hin sulla soglia della sua tana, e la cosa non gli piace. Con un attacco completo ben assestato lo riduce in fin di vita. Di rimando, viene ferito dall'halfling che gli pianta un pugnale nel costato prima di tentare una fuga acrobatica. Il drago, però, lo colpisce ugualmente, mandandolo direttamente alla Cittadella di Kelemvor, con un biglietto di sola andata... ("One way ticket to heeeeeell", cantavano i The Darkness.)

Beh, a parte la scenicità dell'evento, ad essere proprio proprio sinceri, all'hin rimaneva ancora 1 pf alla morte definitiva, ed Arthas era ancora abbastanza vicino da curarlo con un'imposizione delle mani. Il paladino ci prova, mentre gli altri si accaniscono contro il draghetto. Che in tutta risposta, si chiude in difesa totale e s'innalza fuori dalla loro portata.

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