Mese di Eleasias (Solealto)
14 Eleasias 13XX
Avevo da poco
dismesso la mia attività di cronista di questo nostro piccolo e
neoformato gruppo d'avventura, che alla locanda si sono presentati altri
due individui in cerca d'avventure. Non ho avuto molto modo di
conoscerli poiché sono stanco, probabilmente i postumi del lungo viaggio
intrapreso, ed ho preferito rimanere nella mia stanza, ma di costoro mi
hanno raccontato i miei compagni al loro ritorno quassù.
Si tratta di un arcanista meticcio, precisamente un mezz'elfo mago, e di
un halfling (o hin come si preferiscono far chiamare) dai chiari tratti
degli abitanti di Lurien, la loro terra natìa. Sono in cerca di un po'
di movimento, che ad Archenbridge non hanno trovato, quindi si stavano
muovendo verso sud. Il movimento a sud, come ben sappiamo io ed i miei
coinquilini, è decisamente scemato circa tre giorni fa, e non v'è molto
altro da fare se non andare, domattina, a visitare questo tempio
controllato dagli hobgoblin, con la speranza di toglierne qualcuno dalle
spese. I due paiono entusiasti all'idea e dato che Arthas non ha
percepito malvagità nei loro cuori, ha acconsentito acché vengano con
noi.
15 Eleasias 13XX
Stamattina mi
sento decisamente peggio di come m'ero prospettato. Sono perfettamente
lucido e sano se parliamo di malattie, ma le gambe mi dolorano molto e
non so se sarò in grado di accompagnare i miei compagni nel luogo
deciso... in ogni caso, Arthas ha intenzione di recarsi a parlare
nuovamente con il Tormita che ha visto da Terrigan, cercando di
convincerlo a seguirli verso il tempio. Ma eccoli che ritornano...
A quanto pare, il
fedele di Torm era talmente ubriaco, ieri sera, che l'hanno chiuso nella
taverna riverso su di un tavolo, ed egli è ancora lì disteso, ben
visibile dalla finestra. Dormire in armatura non deve giovargli
particolarmente, ma non credo glie ne importi qualcosa, nelle condizioni
in cui versa.
Arthas e gli altri hanno deciso, in mancanza di questi, di andare a fare
una visita al maniero abbandonato. Mi pare cosa buona, finché non sarò
in condizioni di tornare all'avventura, di tener traccia, ogni volta che
mi faranno visita, dei loro spostamenti, che allo stato attuale sono
senz'altro più interessanti dei miei.
Il sonatore di zufolo è venuto ed ha detto che la somma da ripagargli
per lo strumento rotto è di 20 monete d'oro, avendolo fatto valutare da
uno dei mercanti della città. Ho pagato la somma di tasca mia, per
essere sicuri che egli non abbia ad aspettarla per i giorni a venire.
Quello che segue non è mai
giunto alle orecchie di Aendirìl, ma permetterà al lettore di farsi
quattro risate in compagnia mia e dei miei giocatori...
Dopo essersi fatti indicare la
strada da una delle guardie cittadine, i quattro personaggi partono
infine alla volta del maniero abbandonato. Procedendo a cavallo (Arthas
a cavllo del cavallo e l'hin a cavallo del mezz'orco) camminano per un
paio d'ore tra brulle brughiere riarse dal sole e macchie di alberi
isolate. Giunti nei pressi di un bivio, in mezzo al sentiero avvistano
un vecchio mezz'elfo, la pelle bruciata dal sole e la schiena curvata
dagli anni. Una capigliatura alla Albert Einstein ed un rozzo vestito di
brani di pelliccia corredato di una borsa a tracolla ne completano
l'immagine.
Arthas si avvicina e gli chiede di indicargli la via per il maniero, e
se possibile di accompagnarli fin là, ma questi, reggendo in mano un
mucchio di topi morti che ha afferrato per la coda, esclama: "Ah, no!
C'è un drago lì, non mi ci voglio manco avvicinare!". Neppure il (poco)
flemmatico paladino può lasciarsi sfuggire un sorrisetto... il giocatore
commenta: "Séi, va£à, un drago..." (trad.: "Sì, valà, un drago..."), con
grandi risate di tutti i giocatori, parte dei quali portano l'indice
alla tempia facendolo eloquentemente roteare.
Nonostante tutto, la conversazione con Delian, o il vecchio Del come
lascia intendere lo chiamino di solito, prosegue ed i personaggi
scoprono come delle altre persone "dei sant'uomini, forse dei pellegrini
in cerca di riparo" vi si siano avvicinati diversi giorni prima, assieme
a delle non meglio specificate "strane compagnie".
I
nostri salutano educatamente il cacciatore ricompensandolo con una
moneta di rame (che prontamente gli viene sottratta dall'halfling) e
proseguono il viaggio, giungendo verso mezzogiorno al maniero. Dopo un
veloce pasto svoltosi fra gli alberi al limitare del bosco, l'hin si
inoltra tra le sterpaglie in mezzo al terreno paludoso che circonda il
maniero. Un'immagine sarà più esplicativa di qualsivoglia descrizione.
L'hin
viene dotato di balestra, che per lui è arma grande, ed è inviato in esplorazione.
Si avvicina al lato di destra del ponte levatoio, notando una
forma tondeggiante e verde in una pozza che costeggia il fossato.
Insospettito, dopo aver sbirciato all'interno della porta si volta verso
la strana forma e scocca un quadrello, colpendo un rospo delle
dimensioni d'un pony. Mentre, udito un sordo gracidio di dolore, si
nasconde nuovamente e batte in ritirata tra le erbe
palustri, il mago nota la bestia spiccare
un salto verso il ponte e poi tuffarsi nel fossato sparendo alla loro
vista.
Tutti però si sono mossi dal bosco uscendo in campo aperto, e dato che
non accade nulla si fidano a restar lì. L'halfling torna a riferire
quello che havisto, i quattro confabulano un po' e poi sempre l'hin
torna ad osservare la zona, stavolta arrampicandosi agilmente sulla torre.
Il posto sembra tranquillo, non fosse per una macchia marrone nel centro
del cortile che prosegue sotto forma di scia verso l'ingresso del corpo
centrale. Ora che tutti hanno una buona idea della struttura del posto,
decidono di entrarvi, ma con prudenza.
Il primo ad
azzardarsi ad entrare è stato l'hin, che ha attraversato di corsa lo
spiazzo andando ad appiattirsi contro il muro opposto, a metà tra due
delle feritoie sul muro che circondano il cortile. Non fa però in tempo
ad arrivarci che un lampo d'energia folgorante esce dalla porta passando
rasente al muro, costingendolo ad un tuffo acrobatico. L'hin è senza un
graffio, ed inizia ad urlare: "Al drago, al drago" a squarciagola. Uno
alla volta, entrano anche gli altri. Il mezz'orco raggiunge l'hin e
cerca di fargli scaletta fin sopra le macerie, ma l'halfling è
sfortunato e fallisce l'appiglio.
Il mago ed il druido si sono messi al riparo dietro la pesante porta del
maniero, mentre Arthas è entrato seguito dal lupo e si è piazzato in
centro al cortile. In risposta, il drago si limita ad uscire ed a
sollevarsi in volo, innalzando una fitta coltre di polvere che impedisce
la visibilità a chiunque nell'area.
L'hin cambia idea sul da farsi e sprona il mezz'orco a tentare di
entrare nella prima stanza del maniero, ma i due impattano nel drago che
li attende fluttuando sopra la soglia. L'halfling riesce, con
un'acrobazia, a volteggiare oltre il corpo del drago e ad arrivargli
alle spalle, mentre gli altri si avvicinano. Con uno scroscio d'acqua,
Alexander riesce a far calare parte della polvere innalzata dal drago,
appesantendola, e per un po' la visibilità in quella zona torna normale.
Aiutandosi con l'udito, tutti i personaggi son riusciti a raggiungere la
zona sgombra da detriti, che lentamente si andava riempiendo di nuovo di
polvere proveniente dalle zone vicine.
Arthas, armato per l'occasione di lancia (tenuta con Presa della
Scimmia... un vero Spartano... A-hu!) si è messo alla giusta distanza
dal drago, mentre Birillo (ma guarda te se un lupo può chiamarsi
Birillo... Beh sempre meglio del nostro mago mezz'elfo, Valar
Fogliadiculo) ha attaccato la bestiaccia... un esemplare di drago blu
delle dimensioni di un simpatico terranova. Le somiglianze col simpatico
cagnone, ovviamente, terminano qui.
Valar si accorge di non aver ancora lanciato Armatura Magica e lo fa, il
drago si accorge invece che c'è un hin sulla soglia della sua tana, e la
cosa non gli piace. Con un attacco completo ben assestato lo riduce in
fin di vita. Di rimando, viene ferito dall'halfling che gli pianta un
pugnale nel costato prima di tentare una fuga acrobatica. Il drago,
però, lo colpisce ugualmente, mandandolo direttamente alla Cittadella di
Kelemvor, con un biglietto di sola andata... ("One way ticket to
heeeeeell", cantavano i The Darkness.)
Beh, a parte la scenicità dell'evento, ad essere proprio proprio
sinceri, all'hin rimaneva ancora 1 pf alla morte definitiva, ed Arthas
era ancora abbastanza vicino da curarlo con un'imposizione delle mani.
Il paladino ci prova, mentre gli altri si accaniscono contro il
draghetto. Che in tutta risposta, si chiude in difesa totale e s'innalza
fuori dalla loro portata.
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